Perché è importante conoscere il Golden Circle (e Indiana Jones).

Recentemente ho rivisto tutta la saga di Indiana Jones e intendo proprio tutta, dai gloriosi albori fino all’ultimo scialbo filmetto.

Il confronto tra il prima e il dopo è impietoso. Indiana Jones ha perso smalto, con gli ultimi due film che sembrano non cogliere l’essenza, le motivazioni che muovono il personaggio. Insomma, l'archeologo più famoso del mondo ha perso la sua mappa.

E il motivo è semplice. I fondatori originali, le menti dietro al progetto, sono cambiate. Autori, registi ma anche sceneggiatori, effettisti, montatori, non sono più gli stessi (per ovvie ragioni anagrafiche).

Il testimone è passato di mano, insomma, ma qualcosa è andata perduto, sepolto, dimenticato. Quel qualcosa è l’essenza di Indiana Jones, il suo perché. La sua anima, in un certo senso.

Che poi, se ci pensate, è quello che succede alle aziende. Quando gli anni passano, i founder si ritirano, i collaboratori storici vanno in pensione, c’è il rischio che il brand perda dei pezzi e si dimentichi chi sia veramente. E questo perché tutti si concentrano sui prodotti e sui servizi, ma quasi nessuno conosce l’azienda in profondità: il “perché” quell’azienda sia nata, qual è la sua ragion d’essere.

È il famoso Golden Circle creato da Simon Sinek. Molti conoscono il “cosa” e il “come”, ma pochi il “perché”, il centro del cerchio. Chiamatela mission, chiamatela punto di forza, chiamatela motivazione, ma il gioco sta tutto lì.

Per questo quando c'è da comunicare un’azienda si parte sempre prima dalle sue radici, dalla parte più profonda e intima. E se nessuno la conosce, bisogna scavare, come un archeologo in cerca di un tesoro così prezioso che non andrà mai in saldo.

Che poi, Indiana Jones and the Golden Circle. Suona pure bene.

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Di promesse e cioccorane